Il Carciofo di Preturo di Montoro è un ortaggio tardivo, la sua stagionalità si esprime tra la fine di marzo e la prima decade di maggio, è un prodotto eccezionale, profumato, carnoso ma tenero e delicato, dalla spiccata aromaticità e dolcezza; non ha spine ed ha bisogno di tanta acqua che, da queste parti, non manca.
Coltivato fin dal medioevo con tecniche custodite dai contadini che, per anni, hanno selezionato i semi è un Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Campania; mediante il C.N.R. ed altri Enti della Provincia si auspica uno “scatto di carriera” per premiare la riconoscibilità e la valorizzazione di questo meraviglioso ortaggio della Verde Irpinia.
Le caratteristiche della zona, il microclima, la composizione delle acque, la natura dei suoli, il tipo di cultivar e le tecniche colturali danno un valore aggiunto che lo rendono speciale e non replicabile al di fuori del suo territorio.
La ricchezza d’acqua è fondamentale e qui sgorga limpida da due sorgenti, Laura e Labso che si uniscono in un unico torrente per irrigare i campi; c’è una leggenda che racconta la storia di un amore impossibile di due amanti che portano il nome delle Fonti.
Il terreno fa pensare alla possibile etimologia di Preturo, da petra o petrus, dove il carattere alluvionale è un drenaggio naturale che permette alle copiose acque di irrorare le radici nei campi a valle.
Ricco di minerali, vitamina C e beta carotene è un protettore del fegato e dei reni e consigliabile per l’alimentazione dei diabetici.
Per la tenerezza, l’assenza di spine ed il profumo, è ottimo arrostito alla brace e condito con sale, aglio e prezzemolo; tradizionale è la ricetta con i paccheri, un classico è stufato e ripieno con aglio, abbondante prezzemolo e guanciale, sul fondo olio e sopra la sugna.